Golpe in Bolivia
Gennaro Carotenuto, 10 novembre 2019
Il GOLPE è consumato. Evo Morales rinuncia alla presidenza in Bolivia per evitare una guerra civile voluta dai bianchi e dai ricchi e da quei poteri internazionali che male hanno digerito che la Bolivia, per la prima volta nella sua storia sia stata in grado di prendere in mano il proprio destino.
Ancora una volta nella Storia “coloro che hanno la forza ma non la ragione”, impongono la loro volontà. Evo deve piegarsi ai diktat dei militari golpisti d’accordo con la OEA. Ma neanche questa ha mai messo in dubbio che Evo abbia stravinto le elezioni per la quarta volta consecutiva.
 
A questo punto è chiaro che il conteggio dei voti, se Evo avesse vinto di poche migliaia di voti del margine per da evitare il ballottaggio contro Mesa o meno, sia sempre stato un mero PRETESTO. Evo non si dimette per i presunti brogli, Evo si dimette per un colpo di stato che doveva comunque arrivare e per il quale si attendeva solo una scusa, come in Cile dal 29 giugno all’11 settembre 1973.
 
La colpa di Evo? La colpa di Evo è quella di avere reso la Bolivia un paese produttivo, un paese in crescita economica, con una moneta stabile, di aver ridotto indigenza e povertà e fatto entrare milioni di boliviane e boliviani nelle classi medie. Ciò secondo qualunque fonte. La colpa di Evo è stata avere bene utilizzato i soldi della nazionalizzazione degli idrocarburi. Nel 2019, secondo l’FMI, la Bolivia crescerà del 4%. Secondo la Banca Mondiale, dal 2006 a oggi il PIL del paese è passato da 11 a 38 miliardi di dollari e la povertà è passata dal 60 al 36%. Di cosa si accusa Evo Morales?
 
La colpa di Evo è quella di non essere mai andato a Washington con il cappello in mano come qualunque presidente boliviano prima di lui aveva fatto. Soprattutto la colpa di Evo è stata aver fatto finire il regime di apartheid sul quale si è basata la storia della Bolivia per 500 anni. La Bolivia dei bianchi questo non lo ha mai perdonato.
 
Già nelle ore successive alle elezioni fu chiaro che Mesa fosse solo una figura di paglia, rispetto al vero potere che esprimeva Camacho a Santa Cruz. L’uso della violenza da parte dei paramilitari al servizio delle destre, sul quale c’è stato un silenzio complice dei media monopolisti, ha fatto da preludio all’intervento dei generali traditori. Non bastavano nuove elezioni? Non vogliono elezioni che Evo o un altro esponente del MAS rivincerebbe esattamente come pretendere il ballottaggio era un pretesto. Volevano il golpe. Vogliono il potere. L’etica superiore di Evo e di Álvaro García Linera sanno che anche la più importante esperienza di governo della storia del paese non valga una guerra civile, i morti, la tortura, i desaparecidos, che peraltro la Bolivia già conosce.
 
Ancora una volta nella storia latinoamericana va in scena la lugubre commedia dei generali rappresentati come se si facessero carico del potere per spirito di servizio, indegna menzogna alla quale i media monopolisti ancora una volta si prestano. Il posto dei militari è nelle caserme e da loro non verrà mai nulla di buono per le masse popolari né per la democrazia.
 
La denuncia di Noam Chomsky: Gli Stati Uniti sostengono il golpe in Bolivia o l'omicidio di Evo Morales

HispanTv, 11/11/2019
Il politologo Noam Chomsky denuncia che gli Stati Uniti sono dietro il colpo di Stato dell'opposizione in Bolivia per rovesciare il presidente Evo Morales.
"Il golpe è promosso dall'oligarchia boliviana (...) e ha il pieno sostegno del governo degli Stati Uniti, a lungo desiderosi di espellere Evo Morales e il suo movimento dal potere", ha affermato il noto scienziato politico nordamericano.
In una dichiarazione, Chosmky ha avvertito che il centro operativo dell'ambasciata americana a La Paz (capitale boliviana) ha lasciato intravedere due piani nel paese sudamericano: "il 'piano A', un colpo di Stato, e il "piano B", l'omicidio di Morales ".
Le azioni dei golpisti costituiscono una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite e di tutte le norme internazionali, ha lamentato, prima di esprimere la speranza che il popolo boliviano e il governo possano frustrare le trame dei fascisti e dell’oligarchia boliviana.
 
Il fascismo avanza in Bolivia: i golpisti assaltano e saccheggiano la casa di Evo Morales contro cui viene emesso un mandato di cattura
TeleSUR 11/11/2019
Distrutta e saccheggiata la casa di Evo Morales. In Bolivia l’opposizione fascista non vuole solo prendere con la forza il potere attraverso il golpe in fase di svolgimento in questa drammatiche ore, ma annichilire ogni opposizione con la violenza e l’intimidazione.
I guarimberos boliviani hanno devastato e saccheggiato la casa di Evo Morales. Nelle immagini mostrate dall’emittente teleSUR si può notare il livello di distruzione portato dai gruppi d’assalto e le offese vergate con vernice rossa sulle pareti dell’abitazione.
Non si tratta dell’unico assalto compiuto nei confronti delle abitazioni di dirigenti del MAS. Appena ieri era stato appiccato il fuoco alla casa del governatore di Oruro, accusato dai fascisti boliviani di aver provato a interferire con i loro piani golpisti.
Così come sono segnalati assalti nei confronti della sorella di Evo Morales.
Secondo le ultime notizie che giungono dalla Bolivia la polizia avrebbe emesso un ordine di cattura nei confronti di Evo Morales.
Il legittimo presidente della Bolivia scrive tramite Twitter: «Denuncio al mondo e al popolo boliviano che un agente di polizia ha annunciato pubblicamente che gli è stato ordinato di eseguire un mandato di arresto illegale contro di me; allo stesso modo, gruppi violenti hanno assaltato la mia casa. I golpisti distruggono lo Stato di Diritto».
 

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