di Valerio Marinelli*

PERUGIA - Se ai timori indotti dalla crisi economica dovesse aggiungersi la depressione culturale, questo paese avrebbe pallide speranze di ripresa. Fuori da ogni consumata retorica e senza attingere a logori e noiosi clichè, affermare una nuova centralità della cultura, del sapere e dei saperi vuol dire oggi attivare la prima leva di cambiamento: serve una nuova cultura per una nuova epoca. Serve che la cultura divenga la malta capace di unire una diversa idea di sviluppo a un' alternativa e più compatta ipotesi di coesione sociale, progettando un differente rapporto tra Uomo e Natura, tra Persona e Territorio, tra Individuo e Comunità, tra Cittadino e Politica.

A tutte le forze progressiste europee- PD in testa- è chiara la portata della sfida. Le realtà regionali e locali dove i democratici governano debbono quindi diventare un laboratorio di politiche avanzate e coraggiose: le sfide, spesso, si vincono rischiando. L'Umbria la partita se la deve giocare come una squadra; una grande squadra che mette in condizione ogni interprete di un ruolo di partecipare allo sviluppo dell'azione.
Per questo il PD umbro organizzerà nel mese di novembre una tavola rotonda sulla scuola e gli stati generali della cultura. La prima iniziativa si terrà giovedì 10 alle ore 16, presso il Decò Hotel di Ponte San Giovanni (PG), la seconda toccherà svariate città umbre per concludersi mercoledì 23 al locale “Contrappunto” di Perugia, a partire dalle ore 15.

L'Italia nasce nelle scuole, sebbene il Ministro Gelmini abbia adottato scelte nettamente abortiste. A livello nazionale scuola e istruzione sono da sempre tra i cardini fondamentali della proposta politica del PD. Anche a livello locale è però ora forte il bisogno di dare maggiore impulso a questi temi. Gli amministratori di Comuni e Province che detengono deleghe in materia di scuola e formazione devono spingere al massimo l'esercizio delle proprie competenze, ma all'interno di un quadro armonico, sintetico e integrato, dove il lavoro dell'uno completa il lavoro dell'altro sia nelle politiche verticali che orizzontali. Alla tavola rotonda gli amministratori locali saranno dunque presenti per aprire un confronto con i naturali interlocutori del mondo della scuola: docenti, insegnanti precari, studenti, genitori, sindacati... L'Umbria ha margini per migliorare il sistema scolastico regionale, e non può rinunciarvi a farlo in tempi rapidi.

Che con la cultura non si mangi lo pensa ormai solo Tremonti. Detto ciò, la funzione della cultura e dell'universo intellettuale in un momento storico come quello attuale va ben oltre la bilancia investimenti- guadagni; ben oltre l'ottica economicista nella quale la cultura non può esaurirsi e deprimersi. Occorre orientare lo sforzo delle tante risorse culturali, di cui pure l'Umbria dispone, a dare corpo a un pensiero nitido, in grado di raccontare gli obiettivi positivi di un'alternativa di sistema. Non c'è grande cambiamento nella storia che non sia promosso e accompagnato da un nuovo pensiero. Gli stati generali della cultura, promossi dal PD, intendono allora fornire un'occasione di maturazione di una prospettiva. Ed è importante che questa si sviluppi nei territori, nelle città, dove la cultura è qualcosa che si tocca, si respira, si vive; dove può riuscire, appunto, a tenere insieme competitività economica e coesione sociale.

La politica dovrà impegnarsi di più e in maniera diversa, anche rispetto al recente passato. Ma segnali incoraggianti che provengono dalla società ci sono e non vanno sottostimati. E' importante ricordare, ad esempio, che in un periodo di crisi economica- quando calano quasi tutti i consumi- in Italia le persone che hanno frequentato teatri, cinema, musei e luoghi d'arte sono aumentate del 4,9%. Da questo punto di vista, l'Umbria abbonda di ricchezze e di potenzialità: al PD la responsabilità di svilupparle appieno.

*Coordinatore Dipartimenti PD Umbria

 

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