Chiusi e Alta Velocità ferroviaria, un binomio che doveva essere da anni inscindibile, ma che ancora oggi non lo è. Le ragioni sono tante, a partire da una mancata strategia complessiva per la realizzazione di strade ferrate diffuse sul territorio nazionale, com’è avvenuto in tutta Europa in questi decenni. Da ultimo la Polonia, che al contrario del Bel Paese, ha saputo sfruttare al massimo e con profitto, i fondi comunitari. La strategia che si è andata affermando invece in Italia, è esattamente all’opposto. Smantellare le linee ferroviarie secondarie, quello che oggi vengono chiamate metropolitane di superficie, come è stato il caso della linea Perugia Chiusi, che si è fermata a Tavernelle, per poi essere smontata. Soldi pubblici buttati al vento, per i quali nessuno a pagato. Puntare tutto sull’alta velocità, che così com’è stata realizzata la possono prendere solamente gli abitanti delle grandi città che si trovano lungo il suo tracciato. Ora il disastro di questa strategia del trasporto ferroviario, lo si può constatare in tutta la sua portata, quando si parla di fermare l’alta velocità a Chiusi, per permettere anche a chi non sta nei grandi centri urbani, di poter usufruire di questo servizio. Media Etruria, questo il nome che da tempo si sente vociferare quando si transita nelle stanze dei governi locali, come Chiusi, Città della Pieve, Castiglione del Lago, Piegaro, Fabro, Panicale e nella stessa Perugia. Se ne è discusso alcuni giorni fa al Teatro Mascagni di Chiusi, che ha visto il proprio sindaco Stefano Scaramelli, protagonista convinto di quella che può essere considerata una svolta di strategia, per riportare la città etrusca al centro di un nodo infrastrutturale, che deve servire a gran parte della provincia di Perugia, ma anche dello stesso aretino. Presenti molte autorità politiche e istituzionali, anche se alcune assenze certamente di peso, sono state notate.  

Infatti dalla parte del senese c’erano tutti, Da quella dell’aretino nessuno. Segno evidente che problemi di quel campanilismo miope, che tanti guai a procurato all’Italia, sono ancora radicati. Da parte dell’Umbria invece, quasi a rompere con una posizione storicamente improntata all’isolamento, c’erano tutti.Due consiglieri regionali, Chiacchieroni e Mariotti, molti sindaci, assessori e dirigenti del PD. Va sottolineato che l’iniziativa di Chiusi, è stata sollecitata in qualche modo dai sindaci del Trasimeno, che a seguito dell’incontro con l’architetto Zurli, in Conferenza Regionale sui Rifiuti, hanno messo in evidenza come c’è l’esigenza di rivedere il Piano Regionale dei Trasporti. Piano che ha escluso qualsiasi ruolo per la Val Nestore. “Per noi – ha sottolineato il sindaco di Piegaro Ferricelli – è di vitale importanza che la Val Nestore si infrastrutturi per divenire quel corridoio che da Perugia porti al nodo infrastrutturale di Chiusi.  Senza la realizzazione di tutto ciò, parlare di investimenti produttivi in questa parte del territorio regionale, è pura fantasia”. Un convegno che ha l’indubbio merito di aver riaperto un dialogo e rilanciato in qualche modo un ragionamento politico di area tra i comuni del sud senese, quelli dell’Orvietano, del Trasimeno e del perugino.

Va detto subito, che il convegno non ha sciolto nessun nodo, in merito a dove realizzare la stazione dell’alta velocità. Ma un indubbio passo avanti è stato fatto. Gli umbri infatti, che avevano scelto come ipotetica stazione Ponticelli, si sono ritrovati tutti d’accordo nel sostenere che Chiusi debba divenire  la stazione della media etruria per l’alta velocità. Probabile collocazione a Chiusi, area ex centro carni, zona industriale le Biffe, al confine con Città della Pieve e a 5-6 km di distanza dal punto previsto per l’eventuale location a Ponticelli. La differenza sarebbe davvero irrisoria. Ma l’adesione e la convergenza su Chiusi non era scontata in partenza. Ora è stata messa nero su bianco. Tutto questo tradotto, si può leggere che d’ora in avanti la battaglia sarà unitaria e non più in contrapposizione. Va detto subito però a scanso di equivoci, che l’iniziativa istituzionale, non ha stabilito l’iniziodi un percorso per la costruzione della nuova stazione (per la quale peraltro esiste già una bozza di progetto di massima realizzato a titolo gratuito illustrato dagli architetti dello studio Pediconi), ha precisato il sindaco Scaramelli. Una semplice “candidatura”,  quella della città dalle origine etrusche, che è innegabile si trovi al centro come punto nevralgico, di convergenza di un’area molto più vasta che va oltre la Valdichiana, comprendente una parte significativa del perugino, che fino ad ora è rimasto tagliato fuori dalle grandi linee di comunicazione nazionali ed europee. Il progetto illustrato, ha fatto capire a tutti che non si tratterebbe di un piano di poco conto, bensì della realizzazione di un’opera dal sapore avveniristico. Bene ora il dialogo tra istituzioni e cittadini, è stato riaperto su un progetto che sta a cuore a tutti. La Val Nestore e gran parte del territorio perugino, che oggi dopo lo smantellamento del distretto industriale risulta essere un territorio particolarmente svantaggiato, sono i primi ad essere interessati. A questo proposito i cittadini hanno apprezzato assai poco la prudenza, se non addirittura il fastidio, che sembra aver provato l’assessore regionale Rometti, nel sentir parlare di questa ipotesi. L’Umbria ha già pagato un prezzo assai alto, per rispettare equilibri geo politici, che hanno finito per penalizzarla. Seguitare a percorrere questa strada, sarebbe diabolico e tragico allo stesso tempo.

Casaioli Renato

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