di Katia Bellillo.

Leggo il post di Anna Falcone, non ne avevo più incrociato uno sulla mia home facebook da illo tempore.

Mi sono cadute le braccia, ancora con la stessa zolfa, gli stessi linguaggi, lo stesso atteggiamento con la puzza sul naso. A partire dal 1989 , passando per la Bolognina, sono costretta a subire la violenza di termini come “vecchie classi dirigenti”, che fra un girotondo e l’altro le nuove diventavano immediatamente vecchie, o se sono riuscite ad attecchire si sono trasformate in stelle governative, e “ identitarismo sterile” leggasi anticomunismo viscerale, responsabile, secondo questi strateghi, della fragilità della proposta politica a Sinistra e delle divisioni. Che poi diciamolo, cancellare le vecchie classi dirigenti e stigmatizzare l’identitarismo sono due facce della stessa medaglia, l’obiettivo è lo stesso, eliminare le culture politiche che per lungo tempo e fruttuosamente hanno convissuto nel grande Partito comunista italiano.

La mia opinione, rispetto la fine del Brancaccio, sta invece nella premessa su cui poggiava tutta la proposta, cosa si pretende di costruire affermando che “il nuovo non può nascere se non muore il vecchio”. Trovo che dentro questa teoria si nasconda una sindrome “polpotiana” latente, ritengo che stia tutta qui la difficoltà a costruire in Italia un soggetto organizzato, che sappia accogliere tutti coloro che hanno un’idea socialista, alternativa non solo a quella conservatrice, ma anche a quella liberale che ha trovato nel PD la sua casa più accogliente! Penso invece che bisogna rendersi conto, una volta per tutte, che dietro alle persone ci sono altre persone e che se molti non si riconoscono in un soggetto politico è proprio perché non trovano i propri punti di riferimento.

Ecco smettiamola di puntare l’indice e accettiamo con umiltà tutte le componenti senza avere la fregola di sbarazzarsi di quelli di cui non ci piacciono le storie! Ora il soggetto La Sinistra è nato, sì in fretta, ma è possibile farlo crescere con la pazienza e la cura del genitore amorevole che saprà insegnargli ad aprirsi alle esperienze non prima di avergli regalato le quelle sue vecchie! Basta ogni volta all'indomani dei risultati sfasciare tutto per accorgersi subito dopo che ogni volta manca un pezzo!

Non credo nel culto dei morti e tanto meno all’idea che morire sia propiziatorio per un buon inizio, sono invece per la vita che non può essere mai una lavagna pulita, questo vale per i singoli e pure per i collettivi. Serve continuare a lavorare, chi si è fermato deve mettersi subito al lavoro. Il contenitore c’è, anche il nome, La Sinistra va benissimo, basta aprire le porte e non aver fretta di cancellare tutte le identità fin tanto, attraverso regole chiare e soprattutto rispetto reciproco, ogni parte si senta dentro un unico, insomma si senta a casa.

Mi aspetto anche da Anna Falcone quell’atteggiamento di umiltà che giustamente invoca, e soprattutto nessuno venga messo ancora una volta all’angolo, non servono lettere scarlatte! Serve una confederazione che chiamiamo La Sinistra, che possa essere lo strumento di tutti coloro che vogliono spendersi per “quella società giusta, quei diritti universali, quella proporzionalità nei doveri e quel modello di sviluppo ecosostenibile” che reclama Falcone e che è nel cuore di tanti di noi tanto più di quelli che come me, fuori e dentro le istituzioni, hanno dedicato la propria vita e vorrebbero farlo ancora, perché non hanno fatto niente altro che tentare di intervenire con scelte politiche dentro le difficoltà dei tempi e contro avversari potentissimi.

Condividi