PERUGIA - “Il clima di emergenza nazionale instaurato da un'abile regia politico-mediatica ed i diktat emanati dal direttorio europeo targato Merkel-Sarkozy non possono e non devono fermare il cammino del 'popolo dell'acqua', che ha opposto solennemente il proprio no al tentativo di mercificare non solo l'acqua, ma anche tutti quei servizi pubblici rientranti nel novero dei beni comuni”. Lo afferma il capogruppo regionale di Rifondazione comunista–Fds Damiano Stufara, annunciando il sostengo e la partecipazione del gruppo consiliare “alla manifestazione nazionale indetta dal Movimento per l'acqua pubblica il prossimo 26 novembre a Roma, per chiedere il rispetto del risultato referendario dello scorso 13 e 14 giugno”.

“Il Gruppo consiliare del Prc – evidenzia Stufara - è convinto che, 'malgrado' ci sia in Italia un Parlamento dimentico del proprio ruolo di garante della sovranità popolare, quest'ultima saprà affermarsi. Occorre però l'impegno di tutte e di tutti per denunciare il voltafaccia che si sta perpetrando rispetto al risultato referendario e per dare alla battaglia per l'acqua pubblica tutto il suo valore radicalmente rinnovatore. Noi non ci tireremo indietro, sia nell'istituzione dove siamo presenti (abbiamo ottenuto, in Commissione consiliare, il sì alla proposta di modifica dello Statuto regionale per il riconoscimento dell'acqua come bene comune), sia nella società tutta”.

L'esponente di Rifondazione comunista conclude valutando che “il Governo tecnico guidato da Monti che si verrà a breve a costituire svelerà la reale ampiezza del fronte di quanti obbediscono ai banchieri piuttosto che alla volontà popolare, che nelle famose 39 domande fatte pervenire al Governo italiano da parte della Commissione Europea viene depennata ad un semplice inciampo. Lo dimostra bene il punto 25, dove la Bce (Mario Draghi) chiede testualmente al Governo: 'È possibile ottenere maggiori informazioni che spieghino quali provvedimenti di riforma si pensa di varare nel settore delle acque, malgrado i risultati del recente referendum?'. Sta al movimento e alla sua capacità di mobilitare nuovamente centinaia di migliaia di persone dimostrare che i rapporti di forza sono esattamente opposti, che all'angolo ci sono quanti hanno propagandato la ricetta neoliberista delle privatizzazioni, che le politiche che hanno prodotto la crisi non possono certo esserne la soluzione”. 

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