Di Armando Allegretti

PERUGIA - Sembra ieri ma sono già passati dieci anni da quei giorni di luglio quando Genova si trasformò in un inferno. Tutto ebbe inizio il giorno prima quando nel capoluogo ligure prese il via la riunione degli Otto Grandi della Terra. E mentre all’interno dei palazzi si discuteva, fuori, in strada, migliaia di ragazzi manifestavano contro la globalizzazione creando lunghi serpentoni di protesta.

Il giorno successivo, il 20 luglio, la situazione sfuggì di mano e arrivammo a scrivere una pagina nera della storia italiana: iniziarono i primi scontri e le forze dell'ordine caricarono il corteo e alcuni manifestanti risposero lanciando sassi e costruendo barricate con tutto ciò che trovavano in strada.

Tra i tanti manifestanti pacifici e non c’era anche un ragazzo di appena 23 anni, Carlo Giuliani, che nella concitazione del momento sollevò un estintore ma cadde a terra privo di vita, colpito dal proiettile sparato dalla pistola d’ordinanza di un altro giovane, il carabiniere Mario Placanica.
Al silenzio, alla rabbia dei manifestanti e all’incredulità negli occhi di chi era presente seguirono numerosi episodi di violenza perché la morte di un giovane ragazzo non va proprio giù.
E’ troppo difficile da accettare.

Alla morte di Carlo Giuliani seguirono altri episodi: nella notte del 21 luglio la polizia fece irruzione nella scuola Diaz, dove dormivano alcuni manifestanti, dando inizio a un pestaggio indiscriminato. Circa 93 manifestanti furono portati alla caserma di Bolzaneto (unendosi alle altre 150 persone arrestate durante gli scontri).

I fatti del G8 di Genova portarono all'apertura di numerosi processi. Quello a carico di Mario Placanica, accusato di aver ucciso Carlo Giuliani, fu archiviato nel 2003, in udienza preliminare: secondo il giudice, infatti, il carabiniere avrebbe agito per legittima difesa. Il procedimento a carico di alcuni poliziotti e carabinieri per le violenze nella caserma di Bolzaneto e quello per i fatti della scuola Diaz si sono conclusi in secondo grado con la condanna di alcuni poliziotti e carabinieri (per altri le accuse sono cadute in prescrizione e altri responsabili non sono stati identificati).

Oggi, a dieci anni di distanza, in molti ancora chiedono che venga istituita una commissione d'inchiesta per fare chiarezza su quanto accaduto in quei giorni. Haidi Giuliani, madre di Carlo, afferma che per il figlio “non c'è ancora stata giustizia”. Il portavoce del Genova Social Forum Vittorio Agnoletto invita lo Stato a chiedere scusa.

A chiedere che lo Stato si scusi e approfondisca le indagini su quanto accaduto è stata anche Amnesty International (poiché qualcuno ha riferito che successivamente agli arresti avvenuti nella scuola Diaz i ragazzi condotti alla caserma di Bolzaneto hanno subito delle violenze fisiche e delle torure). Amnesty International ha rilevato che solo un numero limitato di indagini e di procedimenti ha avuto luogo e che le autorità italiane non hanno ancora pubblicamente condannato e chiesto scusa per i maltrattamenti subiti dai manifestanti.

Per ricordare quanto successo a Genova tra il 19 e il 22 luglio 2001, in questi giorni ci sarnno molte iniziative. Oggi, in piazza Alimonda, si ricorda la morte di Carlo Giuliani con una rassegna di interventi e testimonianze. Giovedì, invece, ci sarà una fiaccolata da piazza Matteotti alla scuola Diaz, mentre per sabato 23 luglio è in programma un corteo della memoria promosso dal coordinamento Verso Genova 2011. 

 

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