di Alba Sasso

Dun­que i soldi per le assun­zioni dei pre­cari ci sareb­bero, secondo quanto dichiara il Pre­si­dente del con­si­glio. Ma al solito, i pro­blemi nascono dal fasti­dioso eser­ci­zio della demo­cra­zia. Per cui tutti que­sti par­la­men­tari che pre­ten­dono didi­scu­tere, vederci chiaro, fare i conti rispetto al dise­gno di legge e/o decreto sulla scuola, di fatto ne intral­ciano la rea­liz­za­zione, e alla fine saranno loro i respon­sa­bili della man­cata assun­zione di migliaia di pre­cari tanto sbandierata.

Il governo cono­sce bene le con­di­zioni in cui versa la scuola. E sa quindi che l’assunzione imme­diata, pro­messa e ora rin­viata, di pre­cari sarebbe una boc­cata di ossi­geno, ben­ve­nuta e auspi­cata da tutti, nel segno della con­ti­nuità didat­tica neces­sa­ria per la «buona scuola». Invece no. Ora tutto ritorna in alto mare. I pre­cari al solito ven­gono usati come merce di scam­bio poli­tica, il ruolo media­tico del pre­si­dente del con­si­glio pre­vale su tutto, passa sopra alla stessa mini­stra ed alle aspet­ta­tive di decine di migliaia di fami­glie. Un governo la cui unica stella polare sem­bra essere quella dei "like" sui social mostra cla­mo­ro­sa­mente la pro­pria man­canza di visione stra­te­gica per un set­tore, la scuola pub­blica, che invece stra­te­gica è per il futuro del paese.

Ci augu­riamo che si ponga un rime­dio veloce ed effi­cace a que­sto bal­letto privo di dignità. Nulla impe­di­sce al governo di decre­tare da subito le assun­zioni, e di man­te­nere l’impianto del dise­gno di legge da discu­tere poi in Par­la­mento, dove certo risiede il potere costi­tu­zio­nale di fare le leggi. Non vor­remmo che per una volta, il rispetto delle pre­ro­ga­tive della divi­sione dei poteri fosse solo un alibi, l’ennesimo, per riman­dare sine die la solu­zione di un pro­blema che rende pre­ca­rie non solo le vite degli inse­gnanti, ma l’intera scuola e per sca­ri­care tutta la colpa sui par­la­men­tari fan­nul­loni e su tutti i "gufi del mondo" che si osti­nano a osta­co­lare il mano­vra­tore. O che, al con­tra­rio, l’urgenza di risol­vere il pro­blema (senza dimen­ti­care l’infrazione dell’Europa per le man­cate assun­zioni) fini­sca col sof­fo­care il tempo del dibat­tito par­la­men­tare sulla scuola. Un tempo con­si­de­rato, con tutta evi­denza, "perso". Insomma, si dice di sce­gliere la via par­la­men­tare per poi ren­derla impraticabile.

Un capo­la­voro di astu­zia, non c’è che dire. Ma alla fine la coper­tura finan­zia­ria per i 150.000, poi 120.000, poi 90.000 pre­cari c’è o no?

P.S. Le ultime deci­sioni non cam­biano i ter­mini del pro­blema. Rimane l’incertezza sulle assun­zioni, sugli stru­menti legi­sla­tivi e nor­ma­tivi e sulle coperture.

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